Cosa sono le mascherine protettive e a cosa servono?

Lavorate in ambienti tossici e polverosi, a stretto contatto con fumo, gas, virus e vapori? Niente paura! Grazie a Bricolo, orientarvi fra sigle e codici alla ricerca della mascherina protettiva più adatta a voi sarà un gioco da ragazzi!

Le mascherine protettive (dette anche APVR: Apparecchi di Protezione delle Vie Respiratorie) sono un DPI indispensabile per proteggere le vie respiratorie da sostanze aeriformi pericolose, permettendo una normale respirazione. Qualunque sia il vostro hobby o impiego, dalla saldatura al fai da te, indossare una mascherina di protezione è fondamentale per lavorare in totale sicurezza. Scopriamo insieme come distinguere i vari modelli e scegliere la più adatta al vostro lavoro!

Mascherine filtranti o isolanti? Ecco quando sceglierle e indossarle

Le mascherine protettive si dividono in mascherine filtranti e isolanti. Per fare questa prima distinzione bisogna porsi innanzitutto tre domande:

1 – Il livello dell’ossigeno è superiore al 17%?

2 – Conosco già il fattore contaminante?

3 – Il fattore contaminante è riconoscibile dall’odore?

Se la risposta è sì, allora avrete bisogno di mascherine protettive filtranti. Le mascherine filtranti si dividono a loro volta in mascherine monouso, semimaschere e complete, a facciale intero. Altrimenti avrete bisogno di una maschera isolante con un sistema di adduzione d’aria che copra occhi, naso, bocca e mento. Isolandovi totalmente dal fattore contaminante, la maschera completa vi proteggerà integralmente, fornendovi ossigeno (se carente) con un compressore mobile. Le maschere isolanti sono particolarmente consigliate per i lunghi lavori di manutenzione in luoghi confinati o scarsamente aerati (fogne, pozzi).

Livelli di protezione FFP1, FFP2, FFP3, KN95 e N95: cosa significano e come scegliere il più adatto a te

Le mascherine filtranti monouso FFP (Filtering Facepiece) sono DPI creati per proteggere le vie respiratorie da particelle fini e tossiche, polveri e virus. La normativa di riferimento per le mascherine FFP è la legge europea EN 149 del 2001, aggiornata nel 2009. Questa norma indica i requisiti indispensabili per certificare l’efficacia filtrante delle mascherine di protezione respiratoria, suddividendo il modello FFP in 3 classi: FFP1, FFP2 e FFP3.

Mascherine KN95 e N95 e capacità di filtrazione

Quelle appena viste non sono però le uniche tipologie esistenti: cercando la mascherina più adatta a voi, vi imbatterete certo in sigle come KN95 e N95, ma cosa significano? Ci troviamo di fronte ad un nuovo tipo di mascherina? Tranquilli, se leggete una di queste sigle, vuol dire che la mascherina davanti a voi è stata certificata secondo le norme cinesi (KN95) o americane (N95).

Per quanto riguarda l’efficacia filtrante, le mascherine FFP2, KN95 e N95 condividono una capacità di filtrazione superiore al 92% (rispettivamente del 94%, 95% e 95%). Per quanto la capacità filtrante delle mascherine cinesi e americane sembri più alta, la soglia di resistenza inspiratoria stabilita dalla normativa europea EN 149 è molto più bassa rispetto a quella definita dagli altri sistemi di certificazione. Si tratta di un dato che garantisce maggior durata e comodità alle mascherine FFP2, limitando il più possibile le difficoltà di respirazione di chi le indossa.

Mascherine FFP1 con o senza valvole: professioni per cui sono indicate e differenze

Ma torniamo ora alle 3 classi europee: le mascherine FFP1 filtrano l’80% delle sostanze aeriformi, proteggendo le vie respiratorie da particelle fini e polveri atossiche non fibrogene come silice, grafite, cemento, zolfo, carbone, legno, lana di vetro e trucioli di ferro. Le mascherine FFP1 sono perciò particolarmente adatte a lavori di bricolage e falegnameria, nell’industria tessile e nell’edilizia.

Inoltre, possono essere con o senza valvola, ma qual è la differenza fra i due tipi? La presenza della valvola garantisce una maggior comodità, elimina la condensa, evitando il fastidioso appannamento degli occhiali, ma soprattutto rende la mascherina più sicura per chi la indossa, piuttosto che per gli si sta intorno, filtrando l’aria in entrata, ma non in uscita.

Mascherine FFP2 riutilizzabili, non riutilizzabili, e loro usi

Le mascherine FFP2 filtrano, come abbiamo detto, almeno il 94% delle sostanze aeriformi e proteggono le vie respiratorie da particelle fini e tossiche fibrogene come muffe, batteri e quarzo. Per questo motivo, le mascherine protettive FFP2 vengono prevalentemente utilizzate nell’industria metallurgica e mineraria e nelle operazioni di smaltimento dei rifiuti e trattamento delle acque reflue.

Disponibili con o senza valvole, le mascherine FFP2 possono essere contrassegnate con la lettera R se riutilizzabili o NR se non riutilizzabili. La maggior parte delle mascherine di protezione FFP2 non sono riutilizzabili, perché col passare del tempo (8-10 ore) perdono gradualmente efficacia e devono essere smaltite. Le mascherine FFP3 sono sempre dotate di valvola e garantiscono una protezione del 99% contro particelle cancerogene e radioattive, come amianto, piombo, pesticidi, funghi, virus e spore, l’ideale per chi lavora nell’industria chimica. Ma scopriamo com’è fatta una mascherina filtrante monouso!

Com’è fatta una mascherina monouso?

Le mascherine filtranti monouso possono avere due formati: a guscio (rigida) o pieghevole (flessibile e morbida) con filtro e stringinaso: un accessorio indispensabile per adattare la mascherina al vostro volto, impedendo la formazione della condensa sugli occhiali. La mascherina protettiva, inoltre, deve essere dotata di:

– uno strato esterno in tessuto non tessuto polipropilene per isolare la mascherina da liquidi e particelle di grandi dimensioni,

– uno strato filtrante attivo che cattura e assorbe microrganismi e piccole particelle,

– uno strato filtrante elettrostatico che trattiene le particelle più piccole,

– uno strato interno in tessuto non tessuto delicato per aderire meglio alla pelle, assorbendo aria e umidità

laccetti elastici per permettere un’ottima adesione della mascherina sul volto.

Semimaschere e maschere complete: quando e come usarle

Se lavorate a contatto con gas e vapori, invece, dovrete optare per una semimaschera o una maschera a facciale intero. Le semimaschere proteggono naso, bocca e mento, senza mai compromettere il campo visivo, mentre le maschere di protezione complete sono particolarmente indicate per la protezione degli occhi e possono essere a ventilazione libera o a ventilazione assistita. In questo caso, la maschera di protezione aiuta chi la indossa a respirare, grazie ad un sistema filtrante motorizzato. In più, potrete scegliere fra 3 tipi di filtri, a seconda della vostra attività:

filtri antigas (gas, vapori organici e inorganici, acidi, ammoniaca, monossido di carbonio, mercurio, ossidi di azoto e iodio)

filtri antipolvere

filtri combinati

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